Raccontare e raccontarsi con l’intelligenza artificiale

Raccontare e raccontarsi con l’intelligenza artificiale

Tra le varie tipologie di contenuto, il formato più in voga in questo momento storico è sicuramente il video.

Ingaggiante, empatico e fruibile, è in grado di interrompere lo scrolling degli utenti sulle piattaforme digitali e suscitare una sensazione di coinvolgimento senza pari, se progettato secondo una strategia corretta.

Per quale motivo?

In questa epoca storica viviamo un paradosso ossimorico: se da una parte la soglia dell’attenzione si è abbassata vertiginosamente; d’altra parte il pubblico è “affamato” di contenuti coinvolgenti che spesso non ha tempo, o voglia di approfondire.

Proprio per questa ragione il video -specialmente se short-form- si è affermato sugli altri: la capacità di ingaggiare e stimolare l’utente, senza richiedere uno sforzo cognitivo elevato.

Tuttavia, la produzione può essere costosa e richiedere molto tempo.

I brand che hanno la necessità di aumentare il proprio fatturato attraverso i video, devono progettare una strategia in grado di distinguersi nel rumore di fondo di mercato.

Solitamente questo compito è affidato alle agenzie di videomaking che raccontano la realtà aziendale unendo lo storytelling corporate, alle proprie capacità specifiche di video-regia, fotografia e post-produzione.

Insomma, doti tecniche e strumentazioni alla portata di pochi.

Invece, cosa succederebbe se la creazione di video professionali diventasse democraticamente accessibile a tutti?

L’impatto dell’AI sul mondo della creatività video

OpenAI ha presentato il suo nuovo modello di Intelligenza Artificiale: Sora.

Il modello generativo è un “text-to-video”, ovvero attraverso la scrittura di un prompt, lo strumento restituisce un video fotorealistico.

L’arrivo di Sora ha naturalmente smosso le acque di tutta l’industria del videomaking, tanto da instillare perplessità anche nell’elite mondiale dei creator. Mr.Beast ha twittato a Sam Altman, il CEO di OpenAI: “Per favore, non togliermi il lavoro”.

Solo ironia, o una macabra profezia? 

Quella che stiamo vivendo è una fase di transito. Al pari dell’arrivo di Internet o degli smartphone.

Oggi come ieri, l’AI abbatte altre barriere d’ingresso.

Stiamo passando da un’economia della conoscenza a un’economia dell’efficienza, in cui i professionisti non sono ricompensati per la mera conoscenza teorica, ma per come la sanno applicare nel quotidiano.

I modelli di AI diventano l’ennesimo pennello per la stesura di una tela.

Una tela che, tuttavia, non può essere solo acchittata di mille colori sgargianti, ma deve necessariamente rispecchiare l’anima e i valori dell’autore.

Questo è il paradigma di Sora: meglio il content creator saprà come usarlo per creare un prodotto di valore, meglio sarà posizionato nel nuovo mercato; a prescindere dal fatto che egli sappia creare anche senza di esso.

Tecnologia alla mano, non basterà qualche click per diventare un creator professionista.

Tutti avranno la stessa “potenza di fuoco” dalla loro, quindi le capacità di storytelling e la macro-visione strategica resteranno un pilastro differenziante.

In che modo un brand può sfruttare le potenzialità di Sora?

Un creator potrà dare spazio alla propria immaginazione traducendo istantaneamente un’idea in un video-corto, completo di effetti speciali, personaggi e ambientazioni scenografiche, in pieno stile Hollywoodiano, senza spendere un capitale.

E se venisse sfruttato per raccontare il proprio marchio? 

Strumenti come Sora ti permetterebbero di creare una web serie, dei corti o delle storie avvincenti in grado di catturare per sempre le emozioni del pubblico target.

Ma non solo, una tecnologia di questo calibro permetterebbe di creare un MVP di qualsiasi progetto video senza chiedere finanziamenti, lanciarlo sul mercato e validare il prodotto.

Basti guardare, ad esempio, le applicazioni concrete di uno strumento di queste potenzialità:

Il film “Everything Everywhere All At Once”, Oscar come miglior film del 2023, contiene effetti speciali realizzati con Runway, “collega” di Sora. Il film ha permesso di rivoluzionare la produzione Hollywoodiana, integrando perfettamente elementi generati dall’AI, ed elementi di regia umana; dando così il via ad un trend la cui crescita è potenzialmente inestimabile.

O ancora, il produttore Dave Clark ha già applicato la stessa strategia e ottenuto qualche proposta d’investimento per il suo corto “Borrowing Time”, interamente realizzato con Runway e Midjourney.

Insomma, questo ci insegna un qualcosa di prezioso.

Da oggi, qualunque individuo, anche non addetto ai lavori, avrà la possibilità di sviluppare concretamente una bozza, un’idea o un prototipo da commissionare, sotto forma di contenuto video.

A prescindere dalla miriade di applicazioni commerciali, quello che conta è che la creatività diventi gradualmente più accessibile, inclusiva e- se vogliamo- meritocratica.

Hai qualche idea? Contattaci senza impegno e raccontaci la tua visione!

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